Tre modelli di giustizia nel mondo DC

Quando sono sotto esami aumento il consumo di fumetti. Non perché siano più leggeri, ma perché per me è una gioia leggerli - e, sotto esami, si sa, le gioie son preziose. Tra le cose che ho recuperato e ho letto con piacere c'è Crisi Infinita di Geoff Johns e Phil Jimenez, il sequel di quella Crisi sulle Terre Infinite che, nel 1985, rimodellò l'Universo DC e decise di prepotenza un nuovo modo di scrivere fumetti. Tra gli appunti di Johns (che, per quanto riguarda la DC, è l'Autorità indiscussa, roba che persino Grant Morrison si toglie il cappello quando passa) alla saga, ce n'era uno sugli atteggiamenti della Trinità DC (Superman - Batman - Wonder Woman: vergognatevi se non lo sapete) riguardo il supereroismo. Questo post approfondisce e cerca di generalizzare i tre atteggiamenti, riferendoli però all'ambito più universale della "giustizia". Credo che il dilemma morale per antonomasia sia il dilemma morale tra questi tre atteggiamenti: almeno, a ripensarci io l'ho sempre vissuto così.



SUPERMAN
Superman è, tra i tre dèi DC, quello che più di tutti si impegna per preservare lo status quo della società americana/umana. Il che forse spiega perché sia tanto disprezzato da chi, in effetti, i fumetti non li legge. 
Superman non riscrive le leggi: si limita a rispettarle. Perché lo fa? Perché non è umano. Sa, a causa dei poteri divini che possiede (anzi, sovradivini), di non capire cosa significhi davvero essere un uomo. Questo è il limite dell'ultimo figlio di Krypton. Quindi non può scegliere, al posto nostro, cosa sia la giustizia, perché la sua sarebbe una giustizia inumana: può però servirla. Il più grande superpotere di Superman, la sua innata capacità di distinguere il bene dal male, è anche quello che è più riluttante a usare (come testimoniato, ad esempio, in Kingdom Come di Mark Waid e Alex Ross). Se Superman decidesse da sé cosa è giusto e cosa non lo è, diventerebbe quel tiranno che Luthor lo ha sempre accusato di essere (tra gli altri, in All Star Superman di Grant Morrison e Frank Quitely). In altre parole Superman non si può concedere il lusso di decidere da sé dove sia il giusto. Facciamo un esempio inverso. Prendiamo Oliver Queen, Freccia Verde: che egli infranga le leggi fa poca differenza, quindi può anche farlo e noi possiamo tifare per lui quando lo fa. Il punto di vista di Freccia Verde è umano. Superman, proprio a causa della sua moralità superiore, non può osare infrangere le leggi. Si impone un limite perché non ha limiti.

WONDER WOMAN
Diana di Themyscira, ça va sans dire, ha un approccio alla giustizia diverso da quello dell'Uomo d'Acciaio. Del resto si differenzia doppiamente da Superman perché 1) i suoi poteri, seppur divini, sono notevolmente inferiori a quelli del ragazzone rosso e blu; 2) lei è nata e cresciuta sulla Terra, e ha lo stesso diritto di chiunque altro di deciderne le sorti*. 
A parte questo, ciò che molte persone non sanno è che Diana non è primariamente una guerriera: è una diplomatica. Il suo ruolo (spesso dimenticato, spesso tralasciato, eppure sempre al cuore del personaggio) è di Ambasciatrice delle Amazzoni nel mondo. Lo scopo della sua missione è di promuovere la pace nei Paesi dei mortali, sul modello amazzone. Capirete allora che Diana nasce come rivoluzionaria. Questo è il suo approccio alla giustizia. Diana sa cos'è la giustizia, vede che il sistema ne è carente, e allora cerca di cambiarlo, perché non c'è nulla di più importante della pace e della giustizia per tutti gli uomini. Se non è un'idea degna di Wonder Woman, questa...!

BATMAN
A Batman, invece, ultimo nella nostra analisi, non interessa nulla del sistema per se. Il più umano (biologicamente) della Trinità DC, è anche quello che ha meno rispetto della giustizia umana. Batman sa, o è convinto di sapere, cos'è e dove si può trovare la giustizia. Non la si può trovare a Crime Alley, metaforicamente parlando nel vicolo dove sono morti i suoi genitori. 
Batman ha un codice morale imperniato su un numero limitato di assiomi: il primo è che non si uccide. Il suo codice lo salva dal diventare un mostro, esattamente come quello di Superman salva lui dal diventare un tiranno. Ma fatto salvo il codice, Batman non si fa scrupoli a infrangere tutte le leggi di Gotham. Non a caso spesso la polizia gli dà la caccia come fa con gli altri criminali. Nella Trinità DC, Batman non è l'unico a vedere le falle nella legge; ma è l'unico che si considera superiore a essa, e agisce solo in base alla propria idea idiosincratica di giustizia.


Concludiamo il post. Cosa ne penso io? Io ho un debole per Superman (e infatti è quello a cui ho concesso più spazio), ma credo che l'atteggiamento giusto sia - è una risposta facile, lo so - una summa dei tre. Dovremmo cercare di cambiare un sistema che ci sembra ingiusto (come fa Wonder Woman), ma senza mai considerarci al di sopra delle sue leggi (come Superman). Non ridete: Socrate beve la cicuta in ottemperanza alle leggi di Atene. Non è un insegnamento da poco.
Eppure, eppure... esistono dei momenti storici in cui la legge è ingiusta e il sistema è immutabile. Pensiamo alla natura stessa delle dittature, al nazismo e al fascismo e al comunismo. In quei momenti, l'unica scelta davvero morale è quella di farsi coraggio ed essere Batman.


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*Non voglio fare della politica: Superman è stato più volte nominato terrestre onorario. Ma è indubbio che sia lui a sentirsi molto poco terrestre.

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