Trigger warning, L'oceano in fondo al sentiero, Cose fragili

Nuovo appuntamento con Vivere (d)i libri, la rubrica che ospita le mie brevi, brevissime, anzi telegrafiche recensioni. Rubrica che, tra l'altro, ha ormai assunto un carattere tematico: e il tema di oggi è Neil Gaiman. Neil è il mio scrittore vivente preferito, ma chissà perché ne ho parlato sempre poco nel blog. Prenderemo in considerazione non il suo Sandman - che è la cosa migliore che io abbia mai letto, aperta e chiusa parentesi -, perché con Sandman ci vorrebbero altro che brevi recensioni, ci vorrebbe un blog dedicato; bensì alcuni dei suoi lavori più o meno recenti.

TRIGGER WARNING
Una raccolta di racconti pubblicata nel 2014 che dimostra che Gaiman ci sa ancora fare. Eccome. Non so voi, ma negli anni ho avuto l'impressione che, qualunque cosa scrivesse, a prescindere dal suo valore, le giurie le assegnassero a tavolino una carriolata di premi. Il che ci sta anche, visto che Sandman ha già vinto tutti i premi possibili ma non per questo ha esaurito il suo valore.
Trigger Warning è l'unico libro di cui parlo che ho letto per la prima volta in queste settimane. Tutti i racconti e le poesie (in numero minore, mi pare, di quelle raccolte in Cose Fragili) sono di buona qualità, e i racconti più lunghi sono quelli di qualità maggiore. Se molti racconti mi hanno lasciato positiviamente indifferente (si può dire? ha un senso?), "La verità è una grotta sulle montagne nere..." e L'addormentata e il fuso mi sono davvero davvero piaciuti.
Libro quindi che non solo vi consiglio, ma che, vi dico, fate un torto a voi stessi se non acquistate.

L'OCEANO IN FONDO AL SENTIERO
L'oceano in fondo al sentiero, come il suo autore non si stanca mai di ripeterci, nasce prima come racconto da antologia e poi si espande fino ad assumere la stazza di un romanzo breve. Lontano dai suoi picchi (il romanzo migliore che Gaiman abbia scritto, secondo me, è Stardust, con buona pace di American Gods), rimane comunque un buon lavoro di narrativa.
Se devo essere sincero, L'oceano in fondo al sentiero è un libro che trovo terrificante. È, tra le cose, un tentativo di rappresentare quelle paure assolute che animano i bambini. Prima di saper razionalizzare, prima di saper mettere le distanze giuste tra sé e la fonte del proprio terrore. La paura di essere annientato (che è ben peggiore di quella di morire), la paura dei genitori che dovrebbero difenderci e di cui siamo alla mercé, la paura del mondo adulto, tanto misterioso e così profondamente irrazionale. Quest'ultimo aspetto, Gaiman l'ha affrontato meglio in La tragica commedia o la comica tragedia di Mr. Punch (coi disegni dell'amico Dave McKean). Il tema gli è caro, e quando ne parla è sempre una garanzia di qualità.

COSE FRAGILI
Questa raccolta di racconti è stata pubblicata nel 2006: io la lessi all'ultimo anno di Triennale, in inglese, mentre preparavo Criminologia; in Italia è stata pubblicata solo nel 2014, parecchi anni dopo. È una raccolta bellissima, di molto superiore a Trigger Warning, e sarei stupito se qualcuno sostenesse il contrario. Mi spiace dirlo, perché mi sembra ci sia stato un peggioramento progressivo nei lavori di Gaiman in questi anni. Ma cerchiamo di essere positivi.
Elencare i racconti migliori della raccolta è un lavoro lungo. Diciamo Uno studio in smeraldo, Spose proibite degli schiavi senza volto nella casa segreta la notte del desiderio e del terrore (la prova che un racconto rifiutato due volte può in realtà essere un ottimo racconto), Il sentiero dei ricordi, Caffè amaro, Gli altri (uno dei racconti più agghiaccianti di sempre), Arlecchino a San Valentino, Il problema di Susan (commovente, per chiunque, come me, sia un ammiratore della saga di Narnia), Quindici arcani dei tarocchi vampiri, Come parlare con le ragazze alle feste, Il sovrano del Glen (sequel di American Gods, e prequel di qualcosa che Gaiman non ha ancora scritto). Anche i peggiori - lasciatemi fare il fanboy - sono migliori della maggior parte dei racconti che leggereste altrove. Persino le poesie, che di solito lasciano l'amaro in bocca quando a scriverle sono autori di narrativa senza particolari inclinazioni liriche, in questa raccolta sono perlomeno... meritevoli: Istruzioni è molto bella, e Il giorno dei dischi volanti, oltre a essere spassosa, ha una chiusa memorabile. Ma forse la parte migliore della raccolta - e questo è un tratto distintivo di Gaiman - è l'Introduzione, in cui ci racconta la genesi e l'odissea editoriale di ogni singolo racconto (in più ci viene regalato un racconto gratis, di cui su questo blog avevo parlato qui). Per chi, come moi, lo scrittore lo vorrebbe fare, sono aneddoti gustosi assai.
Una piccola nota. Alcuni di questi racconti avevano già visto la pubblicazione, in Italia, in Il cimitero senza lapidi e altre storie nere, un piccolo compendio di racconti gaimaniani che, suppongo, aveva lo scopo di tastare il terreno in vista di nuove pubblicazioni... in particolare del perlopiù deludente romanzo per ragazzi Il figlio del cimitero.


La produzione gaimaniana è sterminata, ma, a parte qualche eccezione (Smoke and mirrors, dannazione! Lo recupererò presto), me la sono goduta tutta. Ogni tanto pesco un volume dal suo scaffale e rileggo qualcosa di vecchio. Stavolta è toccato a questi tre: sto anche accarezzando l'idea di rileggermi (per la quinta? la sesta?) volta Sandman stesso. Chissà che non ne esca un bell'articolo per il blog.
Alla prossima, Veri Credenti. E, mi raccomando, dopo aver condiviso l'articolo mettetevi immediatamente a leggere qualche Gaiman!

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