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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Trigger warning, L'oceano in fondo al sentiero, Cose fragili

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Nuovo appuntamento con Vivere (d)i libri , la rubrica che ospita le mie brevi, brevissime, anzi telegrafiche recensioni. Rubrica che, tra l'altro, ha ormai assunto un carattere tematico: e il tema di oggi è Neil Gaiman . Neil è il mio scrittore vivente preferito, ma chissà perché ne ho parlato sempre poco nel blog. Prenderemo in considerazione non il suo Sandman  - che è la cosa migliore che io abbia mai letto, aperta e chiusa parentesi -, perché con Sandman ci vorrebbero altro che brevi recensioni, ci vorrebbe un blog dedicato; bensì alcuni dei suoi lavori più o meno recenti. TRIGGER WARNING Una raccolta di racconti pubblicata nel 2014 che dimostra che Gaiman ci sa ancora fare. Eccome. Non so voi, ma negli anni ho avuto l'impressione che, qualunque cosa scrivesse, a prescindere dal suo valore, le giurie le assegnassero a tavolino una carriolata di premi. Il che ci sta anche, visto che Sandman ha già vinto tutti i premi possibili ma non per questo ha esaurito il suo valo

Sulla relazione tra vero e giusto

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Questa modalità di legittimazione per autonomia della volontà privilegia, come appare evidente, un gioco linguistico del tutto differente, che Kant definiva imperativo, e che i contemporanei chiamano prescrittivo. Importante non è, o non è solo, legittimare enunciati denotativi, fondati sul vero, quali: La Terra ruota attorno al sole , ma (legittimare) enunciati prescrittivi, fondati sul giusto, quali: bisogna distruggere Cartagine , oppure: bisogna fissare il salario minimo a x franchi . In questa prospettiva, il ruolo del sapere positivo è esclusivamente quello di informare il soggetto pratico della realtà in cui dev'essere inscritta l'esecuzione della prescrizione. Esso deve consentirgli di circoscrivere ciò che può essere eseguito, ciò che si può fare. Non gli appartiene invece la definizione del dover eseguire, di ciò che si deve fare. Che una azione sia possibile è una cosa, che sia giusta è un'altra. Il sapere non si identifica più col soggetto, è al suo servizio; la

Esistono gli individui e poi esistono le donne

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Settimana scorsa, la Festa della Donna ( Giornata internazionale della donna ). La ricorrenza è bella e utile, perché è l'occasione, scandita dal calendario, di fare il punto dei traguardi raggiunti nel campo dell'uguaglianza, di riflettere su ciò che è stato fatto e soprattutto su ciò che ci resta da fare. Ecco perché mi sembra strano sentir dire, magari da persone insospettabili, "Oggi non festeggio perché la Festa della Donna dev'essere tutti i giorni". Si, anche il Giorno della Memoria dovrebbe essere tutti i giorni, ma averne almeno uno preciso aiuta a focalizzare l'attenzione. Dà l'occasione per discuterne. Ma non è questo il punto dell'articolo. Quello che mi preme scrivere oggi (siate d'accordo oppure no: questo è un blog personale) è che per la Festa della Donna gira sempre una caterva di frasi fatte che trovo non solo insopportabile, ma anche controproducente per la causa dell'uguaglianza tra sessi. Non so se le avete presenti. Qual