La vera storia di Babbo Natale: KLAUS di Grant Morrison e il Batman nordico


Quante volte l'avete sentita, questa frase? "La vera storia di Babbo Natale". Ricordo un cartone che mandavano sempre sulle reti Mediaset durante le feste, quando io ero bambino (e che forse mandano ancora), che o si chiamava in questo modo o che di certo aveva questa tag-line. Cercatela su google: migliaia di risultati, a testimonianza della sua diffusione.

CIONONOSTANTE

Ciononostante, per festeggiare adeguatamente il Santo Natale, ecco che mi scopro a usarla anche io. Le recensioni lunghe - che poi, lo sapete, più che recensioni lunghe sono sproloqui - qui non sono mai state numerose: l'ultima risale a Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro.
Oggi voglio parlare di Klaus, fumetto scritto da uno dei miei autori preferiti, Grant Morrison, e disegnato da un più che adeguato Dan Mora. Riporto la sinossi sul retro del volume nel roboante stile Panini:
BABBO NATALE... COME NON L'AVETE MAI VISTO PRIMA!
È un mito. È una leggenda. È amato da grandi e piccini... ma chi conosce le vere origini di Babbo Natale? Ambientato in un misterioso passato magico e mitologico, Klaus racconta gli inizi della carriera di Babbo Natale. Il pluripremiato autore Grant Morrison e il disegnatore Dan Mora rinnovano Santa Claus come moderno super eroe, attingendo alle radici del personaggio tra folklore vichingo e sciamanesimo siberiano.
Naturalmente, non ci fosse stato il nome magico di Morrison ad attirarmi, non avrei speso i diciannove euro richiesti. Invece l'ho fatto, sono arrivato a casa e l'ho letto tutto d'un fiato. E che posso dire?
Klaus è la storia di Santa Claus reinterpretato, da un certo punto di vista, come un supereroe (altri dicono che ha più punti in comune con Conan, e in effetti alcune copertine di Klaus richiamano direttamente quelle del cimmero). Klaus viene potenziato da una razza di spiriti del Natale-alieni, salta sui tetti della città di Grimsvig* e difende la festa di Yule dalla crociata anti-gioia di un tiranno da operetta. Prevedibilmente, si scopre che la moglie del tiranno è l'ex-fidanzatina del protagonista, che per anni lo ha creduto morto. Il big bad della serie, sempre telefonatissimo, è il Krampus, liberato dal tiranno dalla sua prigione di roccia e carbone per... motivi. Riguardano la paranoia, comunque.

Klaus non è un brutto fumetto, sia chiaro. E questo è dovuto essenzialmente alla bravura di Morrison, che persino quando sbaglia tutto fa tutto giusto. È una fiaba familiare e rassicurante come il Natale, l'ora della controffensiva delle forze della luce verso le forze dell'oscurità. Un grande contributo lo danno i disegni di Mora, "freddi" ma pur sempre belli**. Ciò detto, non me la sentirei di consigliarlo a nessuno, visto il prezzo, e viste quante cose migliori - sempre restando nell'ambito del fumetto o nell'ambito del Natale - si possono comprare. Klaus è un fumetto innocuo. Anche nei momenti più ispirati, Morrison gioca con argomenti che si è riservato di trattare meglio nei suoi lavori maggiori. Tanto vale allora recuperare quelli. Gli spiriti-alieni, eredi di un'antica civiltà a geometrie superiori, che usano i supereroi come soldati nella guerra contro le loro controparti cadute (a.k.a. il Krampus), ad esempio, sono un'idea affascinante, ma se vi piace allora ci sarebbe da leggere ben altro dalla vastissima biblioteca morrisoniana.

Con questa nota di delusione per un fumetto che, pure, si presentava bene (Morrison che scrive di un Babbo Natale violento e sanguinario: ovvio che lo si compra), vi saluto. Buona Natale a tutti, Veri Credenti. E felice Nuovo Eone Anno.


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* Per molti aspetti, Klaus racconta quello che sarebbe successo se Batman avesse deciso di combattere le ingiustizie del mondo fabbricando giocattoli di legno.
** Intendo dire che Mora non sarà mai, pur nella sua maestria formale, un grande disegnatore. Il suo stile è intercambiabile con quello di altre centinaia di disegnatori con pagina DeviantArt. Una volta chiuso il libro, non rimane nulla del suo lavoro. In altre parole è privo di quel quid che rende un semplice fumettista un artista vero e proprio.

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