Sei un cattivo scrittore se

Si sa: le librerie italiane, che siano fisiche o digitali, hanno ormai gli scaffali pieni di romanzi spazzatura. Per ogni Virginia Woolf dell'Einaudi ci sono dieci, venti Stephanie Meyer della Fazi. Credo che questo semplice fatto sia vero oggi come era vero cinquant'anni fa, ma il self-publishing, le strategie poco lungimiranti delle Case Editrici, e lo spazio che sono riusciti a ritagliarsi autori oggettivamente illeggibili grazie al web, rende la consapevolezza più acuta oggi che in passato. WattPad ha permesso ad aborti letterari come After, My dilemma is you e altri (romanzi al cui confronto la saga di 50 sfumature sembra un Thomas Hardy) di raggiungere il cuore di una legione di praticamente analfabeti, e di fatturare cifre esorbitanti una volta pubblicati da C.E. che, per non fallire, sono giocoforza costrette a curare l'edizione cartacea di volumi che in passato non avrebbero neanche usato per fissare i tavoli traballanti.
A questo punto il modo migliore per impedire altri attentati contro il mondo già agonizzante della letteratura di massa non è puntare sugli editori, o Dio ce ne scampi sul pubblico, ma a una progressiva sensibilizzazione dell'autore.


Posto che, una volta scritto un libro, in un modo o nell'altro sia sempre possibile pubblicarlo, quello che uno scrittore deve fare è chiedersi se il suo libro valga la pena di essere pubblicato. Quindi ecco, per vostra comodità miei carissimi autori wannabe, una lista di venti +1 campanelli d'allarme che dovrebbero farvi capire che il vostro libro merita di essere bruciato prima di finire in mani sbagliate, o sotto gli occhi di bambini impressionabili*.
Per farla breve, con ogni probabilità siete dei cattivi scrittori se

  1. Il vostro libro ha una protagonista goffa e bellissima, che però si crede brutta, e si trova a dover scegliere tra due ragazzi che farebbero di tutto per lei, ugualmente bellissimi.
  2. Il vostro libro ha un personaggio che si chiama "Damian".
  3. Il vostro libro è uno Young Adult.
  4. Spendete più tempo a descrivere il comportamento del vostro protagonista davanti a uno smartphone che a farlo interagire con gli altri personaggi.
  5. Il vostro libro è un fantasy ispirato a Il Signore degli Anelli, ma voi di Tolkien avete visto solo i film di Jackson.
  6. Il vostro libro appartiene a un genere letterario di cui avete letto solo un altro romanzo (e.g. è un fantasy, ma di fantasy avete letto esclusivamente Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Spoiler alert: non è sufficiente).
  7. Avete scritto un libro basandovi sulle vostre sessioni di D&D con gli amici e non state vivendo negli anni '90.
  8. Il vostro libro è pieno di metafore estranianti, ma voi non sapete cosa sia l'effetto di straniamento e non conoscete neppure i formalisti russi.
  9. La vostra protagonista dice di essere appassionata di letteratura e il suo libro preferito è Orgoglio e Pregiudizio.
  10. La vostra protagonista dice di essere appassionata di letteratura, e per dimostrarlo ritiene che conoscere il secondo nome di Thackeray sia una prova sufficiente.
  11. Per descrivere la vostra protagonista, in un romanzo in prima persona, la fate svegliare e la fate indugiare davanti a uno specchio.
  12. Il vostro protagonista è un vampiro adolescente.
  13. Il vostro protagonista è un angelo caduto (ma in realtà ha fatto solo la cosa giusta).
  14. Il vostro protagonista o la vostra protagonista sa tutto, sa fare tutto benissimo, e riesce a tenere testa/a battere persone con molta più esperienza di lui/lei. Inoltre tratta male tutti, guarda tutti dall'alto in basso, e tuttavia tutti la considerano la persona migliore che esista (in gergo si dice che è un Gary Stu/una Mary Sue).
  15. Credete che scrivere un romanzo "maturo" significhi creare un antieroe interessato solo a sessodenaro&potere, aumentare le morti e moltiplicare fino al limite del parossismo le scene di stupro.
  16. Credete che la scrittura sia una dote naturale, tipo saper piegare la lingua in due.
  17. Il vostro libro si apre con una prolessi (flashforward).
  18. Il vostro protagonista sta per essere ucciso e "prima di morire, non poté fare a meno di pensare a come fosse finito in quella situazione" (il grosso del vostro libro è in effetti composto dal suo ricapitolare gli avvenimenti che lo hanno condotto in quella situazione).
  19. Il vostro protagonista è uno scrittore che soffre di un blocco (spero intestinale).
  20. L'interesse amoroso del protagonista è l'ultima ragazza che non ne ha voluto sapere di voi.
  21. Il vostro protagonista siete voi.


Pensateci bene, amici scrittori. Se vi rivedete in una o più di una di queste affermazioni, ho una brutta notizia per voi... Ma potete sempre ritentare con un secondo romanzo! 


______
*La lista è stata compilata dopo un'attenta indagine condotta dallo staff di Psicologia e Scrittura.

Commenti

  1. Cado sul punto 17, ma perché la prolessi non va bene?

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    1. Prolessi in apertura, non in generale! E' stata sicuramente usata in maniera corretta in molti libri, ma spesso diventa solo un trucchetto per "acchiappare" il lettore fin all'inizio e fargli superare certi capitoli davanti ai quali, invece, chiuderebbe il libro. Credo abbia fatto lo stesso anche la Meyer in Twilight, per citare un esempio illustre. No: bisogna rendere tutti i capitoli degni di essere letti di per loro, non solo grazie a una spinta iniziale.

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    2. Naturalmente sono generalizzazioni per far sorridere. Ogni caso va valutato separatamente!

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. ...Naturalmente.

      Comunque, in tutta sincerità, preferisco essere positivo e seguire i famosi 40 consigli di Umberto Eco su come scrivere piuttosto che questi su cosa NON scrivere.

      Condivido sicuramente i presupposti, riportati in apice, che hanno spinto gli autori del presente blog alla pubblicazione della suddetta lista.

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  2. per quale teoria viene considerato un cattivo scrittore , colui che usa come protagonista di un racconto , di un saggio o di un romanzo ,se stesso come protagonista? Avete mai sentito parlare della scrittura curativa, spesso il protagonista é proprio lo stesso scrittore che racconta la sua esperienza personale, un po' per esorcizzare la situazione, un po' magari, perché quello che é capitato al protagonista potrebbe essere d' aiuto e supporto al lettore, in ogni racconto c'é molto dello scrittore , spesso e volentieri i protagonisti e i vari personaggi delle storie hanno caratteristiche , che vengono dalla realtà, da comportamenti , tic , vizi e virtù delle persone che girano attorno allo scrittore, non capisco cosa ci sia di cattivo in questo? Volete dire che se uno scrittore si mette in gioco diventando il protagonista di un racconto , " potrebbe venire a noia?" Tutto dipende dove il protagonista ci vuole portare, certo che se L' autore del libro si rende protagonista , ad esempio sulla sua storia lavorativa e scrive la sua esperienza per un mercato imprenditoriale, punta ad un certo pubblico di lettori, puó essere d' aiuto o d' esempio , ció non fa di lui un cattivo scrittore e se anche fosse il protagonista di un romanzo che male farebbe? C' é qualcuno che me lo puó spiegare questo punto di vista su cui non concordo per nulla? Grazie

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    1. Innanzitutto si tratta di un articolo umoristico, quindi non deve prendere troppo sul personale ogni punto. Ma le spiegherò comunque qual era la mia posizione. La tendenza contro cui stavo levando il dito è quella di certi scrittori incapaci di smettere di fissare il proprio ombelico letterario, per usare un'espressione non mia. Scrittori talmente pieni di sé, o talmente privi di talento, da ridursi a scrivere solo di se stessi. Ora, ci sono numerosi esempi di scrittori eccellenti che hanno scritto di se stessi, o di proiezioni di se stessi (Bukowski, Joyce, Proust, Fante...), ma è fuor di dubbio che l'oceano di scrittori che decidono di parlare di se stessi è composta dai tipi di cui sopra. In ultimo direi che la scrittura curativa è una gran cosa, ma che non ha nessuna rilevanza quando si arriva a parlare della qualità della scrittura: anzi, spesso esempi di scrittura curativa sono pessimi, perché chi scrive avendo in mente uno sfogo, una terapia, o cos'altro, non riesce a mettere tra sé e il foglio quella giusta distanza necessaria a ottenere un buon risultato. Già Wordsworth, parlando di poesia, diceva che si ottiene quanto un'emozione viene ricordata in un momento di quiete.
      Spero di essere stato chiaro! Magari non condivide, ma di certo può capire la questione

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    2. Grazie per la risposta immaginavo si riferisse ad una riflessione personale. Non c' é nulla di personale nella mia domanda e nel sottolineare L' aspetto della scrittura curativa, che non é esattamente piagnucolosa come crede lei, anzi. Ma al di là di questo , io ho sempre scritto per me,sono stata esortata da qualcuno che ha letto qualche mio scritto , a scriverlo e condividerlo in maniera che altri possano leggere ció che mente e cuore comandano alle mie mani, per fare questo ho seguito dei corsi di scrittura creativa. Non sono una scrittrice , sono una semplice scribacchina, niente di piú, ho letto il suo articolo pensando di poterci trovare dei consigli seri per arrivare al cuore del lettore , appassionarlo e renderlo protagonista Mi sono imbattuta in un pensiero personale , anche se umoristico, volevo solo capirne meglio un punto, sul quale non sono per niente concorde, ma é giusto avere dei punti di vista diversi, bisogna rapportarsi e confrontarsi nella vita,insomma c'è sempre da imparare... peró una cosa me la lasci dire, un libro può piacere oppure no, non tutti hanno letto o apprezzato la divina commedia, intendo dire non tutte le persone si danno alla letteratura seria, c'è chi legge Topolino o Tex Willer non per questo chi legge qualcosa di leggero va classificato come uno che legge spazzatura... che poi spazzatura parliamone... che piaccia o no quello scrittore o illustratore si é fatto un " Cubolibro" così , per scriverlo, per cui prima di trattare male uno scrittore pensiamoci su. Scrivere è arrivare ad un pubblico mica é una passeggiata. Non é polemica é un sereno punto di vista... buona continuazione di lettura leggera o impegnata, ma buona lettura a tutti.

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    3. La scrittura automatica mi ha fatto partire un accento sbagliato riavvolgo e riscrivo:" scrivere e arrivare ad un pubblico mica é una passeggiata."

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    4. Bene, allora spero che continui a seguire il mio blog. Non tutti gli articoli sono umoristici, e seguendo il tag "scrittura creativa" troverà dei consigli di scrittura più in linea col suo desiderio di consigli seri. Buona continuazione!

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  3. ero quasi orgolioso fin quando arrivai al punto 18.
    Va bene ho utilizzato un protagonista che sta per morire e nella disperazione esprime un desiderio agli dei, giustamente ho spiegato qualche pagina piu avanti come è arrivato fin li ma si tratta solo di qualche riga e quindi non penso sia il grosso. Sto sbagliando?

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    1. Il problema è quanto il personaggio si trova con le spalle al muro, più o meno metaforicamente, e perde tempo a ricapitolare gli avvenimenti delle ultime settimane. Questo lo si può fare, anche nel pericolo, ma in una situazione di maggior quiete. Normalmente, in una situazione come quella che ho illustrato, si è più centrati sull'hic et nunc, e le risposte possibili sono l'attacco, la fuga o il freezing. Non la rimembranza! :D

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  4. La n° 11 è verissima! U.U

    11.Per descrivere la vostra protagonista, in un romanzo in prima persona, la fate svegliare e la fate indugiare davanti a uno specchio.
    Ne "La casa dei sogni" di Marzia Bisognin, almeno 10 capitoli descrivevano la routine della protagonista...non avevo neanche finito di leggerlo quel libro, era veramente fiacco!

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