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Visualizzazione dei post da giugno, 2016

Quei fenomeni che arti non sono

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Un autore di cui, per correttezza, non voglio trascrivere il nome (questo sarà un post polemico, per quanto breve, ma la polemica non è contro di lui, e vorrei tenerlo fuori), ha pubblicato un articolo su  Tuttolibri   riguardante l' Estetica senza dialettica di Gillo Dorfles , Edizioni Bompiani. Tra le riflessioni che l'articolo propone, possiamo apprezzarne in particolare una, che riporto per intero: [Nella pars costruens del pensiero di Dorfles] Interpretazioni e valutazioni saranno così prive di paraocchi ideologici, modelli a priori, aspettative pregresse. E pronte perciò a includere non solo la molteplicità inesauribile delle arti ma anche quei fenomeni espressivi che arti, a prima vista, sembrerebbero non essere affatto. La pubblicità, la televisione, la fantascienza, la moda, la musica di cassetta, i rituali del consumo di massa, le mitologie contemporanee: bastava saperle accostare a Schelling e Vico, Arnheim e Valéry. Rudolf Arnheim Avrete già indovinato il

Ti chiederanno del nostro libro

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A chi me lo ha chiesto:  Sir Galvano  è all'incirca così

Cosa leggo questa settimana... e tre

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Sì, lo so, in media faccio uscire Vivere (d)i libri una volta ogni tre mesi, e poi in poche settimane pubblico due  Cosa leggo questa settimana . A mia discolpa, questo è un tipo di articolo abbastanza veloce da scrivere, il che è perfetto in questo periodo. In più mi serviva qualcosa per risollevarmi l'animo, dopo l'ultimo post e la prima prova dell'Esame di Stato, fatta giusto ieri. Naturalmente queste non sono opinioni conclusive sui libri che leggo. Sono opinioni in itinere, fatte cioè mentre è ancora in corso la mia lettura. Ma che ve lo dico a fare, che già lo sapete e siete bravissimi? Ecco cosa sto leggendo questa settimana: ALZATE L'ARCHITRAVE, CARPENTIERI E SEYMOUR. INTRODUZIONE di Jerome David Salinger Salinger è uno dei miei scrittori preferiti. Una volta, su questo blog, ebbi a dire che è lo scrittore i cui lavori assomigliano di più alla realtà. Se non fosse che hanno un vantaggio: sono stati scritti da Salinger. In questi due racconti Salinger

C'era una volta un blog - Bye bye Marvel Universe

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Civil War sta spopolando nelle sale di tutto il mondo. Da anni i fan del Marvel Cinematic Universe sono in numero maggiore rispetto alle loro controparti lettori di fumetti. Benissimo: sono due medium diversi, e se il secondo può pascersi dei guadagni del primo sono solo contento. Io però lessi Civil War quando uscì in fumetteria: ce l'ho ancora, sull'ultimo scaffale della libreria, in albetti. All'epoca non mi pare che l'avessi apprezzata molto... l'idea di fondo era brillante, ma la realizzazione, come a volte capita, mi parve un po' povera. Comunque non all'altezza delle sue potenzialità. Solo di recente, ripensandoci, ho capito una cosa: che quella non era una guerra tra due fazioni di supereroi. Quella era una guerra tra due modi diversi di scrivere fumetti. E la mia fazione l'ha persa. Io ero nel Team Cap. Supereroi liberi di agire secondo coscienza, non come forza armata degli USA. Non sono un complottaro né nulla del genere: credo di fidarmi

C'era una volta un blog - Ebbene sì, ho scritto un libro

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Dal titolo di questo post avrete già capito tutto, ma lasciatemi fare il mio giro di parole, che son contento ^___^ Eccoci. Lo scrittore è una persona che si guadagna da vivere (o ripaga una percentuale del costo totale della sua vita, mese per mese) con la propria scrittura. Questo in senso stretto. In senso lato lo scrittore è chiunque scriva: è una parola come tante per indicare agenticità . Noi però non faremo i sofisti e ci atterremo alla prima definizione, quella per cui io non sono uno scrittore... ma vorrei esserlo. Credo sia un sogno abbastanza diffuso tra i blogger e, mi pare, tra gli italiani in generale. Vorrei poter pubblicare i miei libri, farmi leggere da molte persone e guadagnare proporzionalmente al mio talento. Che sarà poco, ma non è questo il punto. Il punto è che un paio di settimane fa ho finito la prima stesura del mio romanzo. "Be', grazie per avercelo detto". Non c'è di che. "E di cosa parlerebbe?" Cosa? "Il tuo