Vivere (d)i libri (aprile 2016 - ottobre 2016)

E rieccoci finalmente, Veri Credenti, con la rubrica Vivere (d)i libri(TM). Quella vera, mica i Cosa leggo questa settimana che usavo per riempire il vuoto esistenziale. Sono mesi che ve la prometto, arriva, vi giuro che arriva, ma prima per una cosa (l'Esame di Stato) poi per un'altra (l'estate) ho continuato a rimandare. Be', adesso basta. Adesso torniamo a fare sul serio.
Per l'occasione vi voglio proporre una rubrica tutta speciale: dedicata solo ai fumetti.


di AAVV.
Come aveva già fatto lo scorso anno con la Marvel, nel 2016 la Comicon Edizioni ha dato alle stampe questa raccolta di articoli e tavole ispirata alla mostra del Salone Internazionale del Fumetto di Napoli. Il tema naturalmente è la DC, la Distinta Concorrenza della Marvel, una delle più grandi Case Editrici di fumetti al mondo.
Il libro è ricco di curiosità, e le tavole, come già quelle della Marvel, da sole valgono il costo del volume (che è di 24 euro - considerate che è a colori), ma gli articoli sono vistosamente di parte. Non leggermente di parte, come ci si sarebbe aspettati da un prodotto del genere. Sembra infatti che l’unico scopo degli autori fosse di far passare l'immagine di una DC industria perfetta, ma che dico industria, praticamente una famiglia, piena di persone gentili e geniali che dal 1938 - anno di nascita di Superman - non ha mai commesso un solo errore, quale che sia il medium che ha scelto di esplorare. Per fare un esempio, si lascia intendere che i rapporti tra Siegel, Shuster (inventori di Superman) e la Casa Editrice siano sempre stati, dal momento in cui i due consegnarono le prime bozze in redazione, a dir poco idilliaci. Si dimenticano cioè di citare gli anni di cause legali e di mobilitazione di fumettisti per far riconoscere ai due autori, sfruttati e poi abbandonati, quel minimo di diritti sul loro remunerativo personaggio.

A tratti questa tendenza all’idolatria diventa ridicola - nel senso che mi ha proprio fatto ridere. Non una sola parola di critica è stata spesa per lavori oggettivamente indifendibili come i film Superman IV: The Quest for Peace e Batman & Robin di Schumacher. Ogni frase è una frase di elogio: se non c’è nulla da elogiare, allora è meglio non scrivere nulla. L’unico articolo che viene meno a questo perentorio diktat è l’ultimo, riguardante le trasposizioni videoludiche dei personaggi. Del resto, si sa, questi videogiocatori non hanno rispetto per nulla!


OMAC
di Jack Kirby
Ho aspettato alcune settimane, dalla fine della lettura di questo volume (che raccoglie per intero l'Omac di Kirby) prima di buttare giù la mia recensione. Questo perché avrei voluto dire tante di quelle cose che non ci sarebbero state in un solo articolo. Ora invece che il tempo è passato, posso guardare alla cosa con più distacco.

Omac è un capolavoro. Più ancora di Quarto Mondo, in queste pagine possiamo godere del talento senza limiti di Kirby, sia come disegnatore (preferisco sempre i bianchi e neri di Kirby, ma le chine di Bruce Barry e di Mike Royer sono molto rispettose del materiale originale) sia come scrittore.
Omac è nato dalla stessa idea che ai tempi generò Capitan America. Un uomo qualunque viene trasformato in un supersoldato per difendere la Giustizia e la Pace nel mondo. Solo che le storie di Omac sono ambientate nel futuro, e permettono a Kirby di mostrarci una fantascienza più sottile di quella di un comic tradizionale. Fantascienza, beninteso, usata non come mezzo per predire il futuro, ma come strumento per interpretare il presente.
La prima storia della raccolta è forse la più bella. Si apre in medias res, con la figura a tutta pagina di una scatola piena di polistirolo da cui spuntano le gambe nude, le braccia e la testa di una donna che ci assicura, con espressione vacua, che se vogliamo sarà nostra "amica". Vediamo confusamente il dolore del supereroe con la cresta, Omac, che la riconosce ("Lila... LILA!" urla). A questo punto parte il flashback.
Omac ci viene presentato nella sua forma umana, pre-trasformazione: un uomo gentile e solo, incapace di farsi largo nel mondo e schiacciato dal peso dell'esistenza. L'unica gioia della sua vita sono le chiacchiere scambiate con un'amica un po' misteriosa che si chiama Lila. Con lei si apre, parla, e capiamo che un po' si innamora. Finché non scopre la verità: Lila è un robot progettato per scopi sessuali, e lui la cavia su cui venivano testate le sue capacità di mimare un vero essere umano.
Proprio la figura dell'uomo prima di Omac, chiamato (non a caso) Buddy Blanc, è la più tragica della raccolta: Buddy viene semplicemente cancellato dall'arrivo di Omac. Un uomo così dolorosamente solo che lo si uccide senza pensarci due volte, solo per fare spazio a un eroe che è tutto il suo contrario: forte, coraggioso, amato da tutti.
L'ultima nota voglio spenderla per Brother Eye, l'onnipotente satellite che è la seconda incarnazione di Omac. Eh sì, perché Omac è un progetto formato da due parti: una umana e una artificiale, in orbita attorno alla terra. Brother Eye ricorda molto da vicino quel VALIS di Dick, quella vasta intelligenza divina a forma di satellite, che è un'altra pietra miliare della fantascienza americana.


LANTERNA VERDE: ORIGINI SEGRETE
di Geoff Johns e Ivan Reis
Da anni si fa un gran parlare di Geoff Johns, Sommo Demiurgo dell'Universo DC, ma io non mi ero mai avvicinato alle sue opere. Questo finché non mi è giunta eco di quello che sta succedendo a Superman & Co. dopo l'ultimo recentissimo reboot. Sembra si stia cercando di integrare l'universo DC classico con quello iperrealista di Watchmen. Se il colpo riuscisse, si potrebbe dare un senso a tutto quello che è successo alla DC dal '38 in poi. Questo progetto è il più ambizioso dai tempi di Crisi sulle Terre Infinite e ha come architetto lo stesso Johns. Perciò ho deciso di recuperare qualcosa di suo, per farmi un'idea delle potenzialità del progetto. Così, quando in fumetteria ho trovato Lanterna Verde: Origini Segrete (nella collana DC Best della Lion RW, storie classiche in volumi di piccolo formato e a poco prezzo), mi sono detto "Perché no?" La raccolta rinarra le origini della seconda Lanterna Verde, Hal Jordan.
Origini Segrete è un bel fumetto. Moderno, pieno di citazioni e con qualche puntata nostalgica alla Silver Age. In una parola, un fumetto ispirato. Ora posso stare tranquillo: so che la DC è in buone mani, e con Geoff Johns al comando seguirò con piacere le sue future evoluzioni.


LA SAGA DEI BOJEFFRIES
di Alan Moore e Steve Parkhouse
Ogni tanto la Bao Publishing fa il sorpresone e distribuisce un fumetto che neanche sapevi esistesse, ma di cui avevi bisogno. Ne avevi bisogno perché lo ha scritto Lui, il Bardo di Northampton, il Magus, il più grande sceneggiatore e sosia di Babbo Natale vivente, Alan Moore.
Nato sulle pagine della mitica Warrior, La Saga dei Bojeffries è un fumetto comico, un po' I Mostri e un po' Little Britain. I Bojeffries sono la tipica famiglia proletaria inglese, solo che il nonno è un mostro immortale fatto di muschio, la figlia maggiore è un irascibile energumeno con la forza di fare a braccio di ferro con un buco nero, e in cantina è rinchiuso un bebè termonucleare. Ci sono vampiri, licantropi e stranezze di ogni tipo nella famiglia Bojeffries. Per questo la amiamo.
L'idea (come tutte le idee di Moore) era ottima, e il fumetto è ancora genuinamente divertente. L'unico problema è che le storie dedicate ai Bojeffries sono troppo poche. Moore e Parkhouse, il disegnatore, non hanno fatto in tempo a esplorare appieno il potenziale del loro lavoro prima che la collana chiudesse. Ci sono dei capitoli finali di commiato, scritti anni dopo, a intervalli, ma fanno uno strano effetto, perché sembrano numerosi tanto quanto i capitoli originali. Per questo, pur essendo un fumetto di qualità, La saga dei Bojeffries rischia di lasciare un po' l'amaro in bocca ai lettori. Tuttavia consiglio spassionatamente a tutti i fan di Moore di comprarla.


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