C'era una volta un blog - Pensieri sparsi di un giovane blogger

Qualche giorno fa me ne stavo in giro coi miei amici, quando una ragazza, parlando di non so più quale prodotto fantasy, probabilmente qualche distopico adolescenziale (Maze Runner o Divergent o chissà che altro), ha detto che alla fine della saga c'era sì una battaglia, ma che era normale - semper in tutti i fantasy alla fine si trova una battaglia.
Cos'hai detto, per Crom?
Ora, la mia amica (che saluto) confondeva un cliché con una regola. Un errore come tanti. Vero che i primi fantasy tolkeniani, a cui di solito si guarda erroneamente come alla sorgente di tutto il genere, hanno grandi battaglie finali (Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli - e anche dall'altra parte della barricata rispetto a Tolkien, Il Leone, La Strega e L'Armadio), ma questo perché si rifanno a una tradizione epica che riconosceva nel culmine della vita guerriera la massima realizzazione di un uomo. Noi possiamo capirli e pensare ai personaggi tracotanti che troviamo nell'Iliade - già meno se pensiamo a quelli dell'Odissea, più portati al dialogo, all'astuzia. Anche noi, cioè, abbiamo dei riferimenti letterari sempre validi in tal senso.
La battaglia finale, o l'epica guerriera dell'Heroic Fantasy e dello Sword&Sorcery, sono perciò scelte narrative legittime, ma da qui a dire che sono le uniche accettabili ne passa. Tanto più che, ne sono sicuro, il pensiero della mia amica riecheggia quello delle centinaia di autori di fantasy cheap che affollano le nostre librerie: la battaglia finale tra il bene e il male ci vuole, son le regole, #ecchescherziamoveramente. Da qui gli altrimenti inspiegabili Le Cronache della Strega di Marzandon, Il Ciclo dell'Arma di Luce, La Tetralogia della Ragazzina Molto Speciale che Quasi da Sola Abbatté il Generico Regime Dittatoriale (tutti editi dalle Edizioni Barnaba, naturalmente), prevedibili, con lo stesso intreccio che si propone e si ripropone in eterno.

Insomma, qui c'è qualcosa di talmente ripetitivo, negli ultimi anni, che è diventato regola assoluta. Intere generazioni di lettori/scrittori che non sanno neanche che i finali sono una scelta libera, e che la Fantasy, persino la High Fantasy, può evolversi in mille trame diverse - non una eternamente uguale (per l'importanza dell'originalità in letteratura, e in particolare nella letteratura fantastica, vi rimanderei qui, così evito di ripetermi). Se per sbaglio a queste persone capitasse in mano un fantasy o un fantascienza diverso da quello a cui sono ormai da tempo abituati, lo chiuderebbero disgustati e correrebbero a comprarsi l'ennesimo clone di Hunger Games.
A volte penso che la letteratura stia morendo. Che stia venendo lentamente assassinata dai peggiori Young Adult o da questa generale mancanza di originalità - finale ripetitivo o meno. Quindi consoliamoci un po', alla maniera di quei giovini che stanno rovinando tutto quello che amiamo. Non ci resta altro da fare.



(Questa è una rubrica personale. Potete rispondere esponendo la vostra opinione, dati alla mano o meno, ma prima di partire tenete a mente che sto parlando per impressioni, anche se le impressioni da qualche parte vengono, e in questo caso mi paiono corrette. Ripeto: questa è una rubrica personale all'interno di un blog personale.)



EDIT: Se il post vi ha confuso, irritato o contrariato, prima di chiudere il blog vi consiglio di dare un'occhiata qui.


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