Avete presente C'era una volta in America?

Eccovi una confidenza. Non è nulla di imbarazzante: è solo che il mio regista preferito è Sergio Leone e che il mio film preferito è C'era una volta in America

La locandina di C'era una volta in America

In questo articolo cercherò di fornire una spiegazione più o meno soddisfacente di due problemi ancora irrisolti di questo film: il rapporto tra Max e Noodles - i protagonisti, per chi non lo sapesse - e il mistero della scena finale. Il secondo, per quanto ne so, è del tutto originale; ma nel caso mi sbagliassi, vi prego di segnalarlo tra i commenti. Attenzione che l'articolo è pieno di spoiler: se ne sconsiglia la lettura a chi non ha visto il film.

MAX E NOODLES
Che il rapporto tra Max e Noodles vada ben oltre l'amicizia è una faccenda chiara a tutti. Quelli che osano direbbero che si tratta di un rapporto omoerotico platonico; e sarebbero assolutamente nel giusto. Quelli che osano un po' di più (e io sono tra questi) direbbero che Max ha una vera e propria cotta per Noodles. In questo articolo voglio sostenere la tesi di un amore inconfessato e non riconosciuto: un'omosessualità latente.

Due cuori e un impero del crimine durante il Proibizionismo

Indizi per sostenerlo, che forse alcuni rifiuteranno a priori:
UNO. Max, appena Noodles esce di carcere, gli chiede se ha cambiato orientamento sessuale. Lo prende in giro, ma è chiaro che è un pensiero che, per qualche motivo, gli frulla per la testa. Poi, come per esorcizzarlo, gli mette subito davanti una prostituta.
DUE. Max diventa amante della donna che, per primo, tra di loro aveva fatto sesso con Noodles. Non potendo indirizzare il proprio desiderio su Noodles, lo sposta sulla donna di Noodles. Uno spostamento, inteso come meccanismo di difesa, da manuale: c'è un indirizzamento del sentimento su un bersaglio socialmente accettabile, e che per di più ha un rapporto privilegiato con il bersaglio d'origine. Qui entriamo più propriamente nell'area di interesse psicologico (del resto, siamo su Psicologia e Scrittura).
TRE. Max è da sempre geloso di Deborah, il grande amore di Noodles. Fin da ragazzi cerca di tenerlo lontano da lei: ha paura possa rovinare il loro rapporto. Da adulti, dopo che Deborah è partita e Noodles è sparito per alcuni giorni, Max appena lo rivede gli salta addosso. Il punto non è, io credo, che ha trascurato il loro lavoro: il punto è che ha trascurato lui. Lo ha scacciato dalla mente per pensare a una donna.
QUATTRO. Max tratta le donne come se gli facessero schifo, comprese le sue amanti. È noto, tra l'altro, che la prima volta che cerca di fare sesso con Peggy è incapace di raggiungere l'erezione (il che non significa che chi soffre di disfunzione erettile sia un omosessuale lantente... o che un omosessuale con lo stesso problema in realtà si rifiuti di riconoscere la propria eterosessualità!).

Ora, al contrario dell'omosessualità repressa, di quella latente il soggetto non ha cognizione. Questo perché essa ha subito un processo che cade sotto il nome di rimozione, e che riguarda il nascondere un sentimento o un ricordo alla coscienza del soggetto che lo prova[1]. La rimozione, nella scala dei meccanismi difensivi di Perry (DMRS), è una difesa di tipo immaturo; il che significa che causa un notevole disagio psichico. Questo spiegherebbe il lento cammino di Max sulla strada del disturbo mentale, nonché la sua ossessione per Noodles, che spesso diventa aggressiva (non potendo mostrarsi nella sua vera forma. Qui siamo di fronte a un tipo diverso di meccanismo di difesa, più sottile, che si chiama identificazione proiettiva, e che consiste nel proiettare su un bersaglio - Noodles - l'origine dell'odio che Max prova per se stesso, in quanto omosessuale, e poi rispondervi in maniera aggressiva).  
Insomma, alcuni dicono che Max cerchi di distruggere Noodles perché lo odia; io dico che lo fa perché non sa di amarlo. Non credete sia possibile?



IL FINALE
Che il finale di C'era una volta in America abbia confuso più o meno tutti non è un mistero. Noodles vede Max sparire nel nulla, e poi i fanali posteriori di un camion tritarifiuti diventare quelli anteriori di una macchina d'epoca su cui viaggia un gruppo di persone vestite secondo la moda degli anni '30. Stacco sul 1933: nella fumeria cinese, Noodles fuma oppio e sorride alla macchina da presa.
Esistono alcune teorie, riguardo questo finale. Le riassumo brevemente:

  1. La macchina e le persone sono dirette a una festa in maschera. È solo un caso che Noodles le veda proprio in quel momento: serve al film per caricare emotivamente il flashback finale.
  2. Noodles è impazzito dopo la rivelazione che il senatore Bailey è in realtà Max. Max che sparisce e la macchina anni '30 sono solo allucinazioni indotte dall'esaurimento nervoso di Noodles.
  3. Metà del film, dal 1933 in poi, è solo una fantasia di Noodles, o un'allucinazione indotta dall'oppio e dallo stato d'agitazione in cui si trova dopo aver denunciato Max e gli altri alla polizia. La scena finale è quindi l'ultima scena "reale" della fabula.

Io non sono mai stato un grande fan di quest'ultima teoria, un po' perché, quando la storia finisce e si scopre che è tutto un sogno, ho la sensazione che la trama in sé sia delegittimata; un po' perché la società dipinta nel film è quella reale della fine degli anni '60, non una proiezione allucinogena di un gangster degli anni '30. Eppure c'è un indizio riguardo il finale che mi sembra sia sempre stato tralasciato, e che, se fosse corretto, confermerebbe proprio la terza ipotesi.
La scena di chiusura, il brusco flashback che ci riporta al 1933, si apre con una sequenza ambientata in un teatro di marionette. Un lenzuolo su cui sono proiettate delle ombre di pupazzi, in effetti, con un accompagnamento musicale. Ora, la fumeria è cinese, ma quel teatro in realtà è indonesiano e si chiama Wayang.

Il teatro Wayang

Per molto tempo il dettaglio del teatro è stato considerato una svista di Leone. Io adesso voglio proporre una spiegazione alternativa, più rispettosa del suo genio. Secondo questa il teatro Wayang sarebbe la chiave di lettura di tutto il film, e non a caso viene ripresentato ad apertura del finale, proprio nel momento in cui tutti si chiedono cosa stia succedendo.
Nel teatro Wayang c'è un solo marionettista, che si chiama Dhalang. Il Dhalang è un professionista molto abile: muove i burattini, fa le voci dei personaggi e dirige i musicisti tutto da solo. Si può dire che ogni cosa che accade in scena sia merito suo. Lo spettatore avrà pure l'illusione che davanti a lui si scontrino eserciti, si muovano personaggi, si consumino tragedie; ma è solo il Dhalang. Il mondo che lui crede reale è fatto di ombre proiettate su un telo.
Suppongo che un filosofo, un brahmino o un bhodisattva possa fare sua questa bella immagine per spiegare l'irrealtà del mondo sensibile, e scegliere a piacimento se l'uomo dietro a tutti siamo noi stessi o Dio. In questo film, diciamo nel microcosmo della pellicola, credo significhi invece che sì, noi abbiamo assistito a gradi scontri, a misteri irrisolti e alla conclusione di una storia iniziata quarant'anni prima; ma che in realtà abbiamo visto solo Noodles e lo spettacolo che ha inscenato nella sua mente mentre era in una lurida fumeria cinese, subito dopo aver tradito i suoi migliori amici.





[1] Secondo Georg Goddreck è scorretto parlare di rimozione tout court, in questo caso: nell'omosessualità latente (che appunto non si definisce "rimossa"), solo una parte dei desideri omoerotici viene effettivamente rimossa. Si cfr. in questo senso la distinzione latente/rimosso già proposta da Freud in "L'Io e l'Es".

Commenti

  1. Ciao, sarei interessato ad aggiungere il tuo bel blog alla rivista: https://paper.li/ledpel/1364132858 ,ma per farlo ho bisogno di avere un rss del blog stesso. fammis apere se ti interessa, grazie e continua così che scrivi articoli molto interessanti!

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    1. Interessatissimo! Guarda, non sono certo di cosa intendi con "avere un rss del blog stesso". Posso però indirizzarti a questa pagina d feedburner da cui ci si può iscrivere al feed del blog. Credo sia questo che cercavi! Fammi sapere :)
      http://feeds.feedburner.com/PsicologiaEScrittura

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    2. D'altro canto, se hai bisogno degli RSS, con blogspot basta aggiungere /feeds/posts/default oppure /atom.xml dopo il nome del blog ed esce tutto :) Ma ripeto, forse non ho capito cosa ti serve!

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  2. Troppo facile sminuire il film con la minchiata del sogno. Il cinema è sogno in ogni caso. Le marionette che combattono sono Max e Noodles, che possono vedersi anche come il bene e il male, o lo yin-yang, due facce della stessa medaglia. Non vedo perché debba automaticamente andare a quel paese mezzo film. Si tratta della classica interpretazione di chi non capisce niente di cinema ma rimuove - visto che si parla di rimozione - la propria ignoranza dandosi una spiegazione da sveglione della domenica. Sergio Leone raccontava la strada e la vita di strada, la profonda animalità dell'essere umano inurbato. L'aggressività di Max è semplicemente quella di un ingordo fulminato dalla fame da ragazzino e che in età adulta diventa invidia tout court. Il machismo usciti di prigione è tipico del sud Italia. Mi dispiace, non c'è nessuna omosessualità latente. Nei personaggi di Sergio Leone è tutto molto più "pane e salame" ed è questo a renderli così potenti: sono VERI.

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    1. Anche a me dà molto fastidio l'idea che metà film vada a quel paese. Personalmente, ho solo trovato una prova a sostegno di chi già lo credeva in passato: ma volendo si può anche pensare che Leone abbia sbagliato a inserire il teatro indonesiano lì, o che non se ne sia curato, o che altro. D'altra parte la teoria dell'omosessualità di Max non è una cosa che dovrebbe cambiare l'idea che abbiamo di lui, come un'appendice in più; credo invece, ed è così che la vedo io, che sia qualcosa che ci possa servire a spiegarci meglio le sue azioni. Come uno schema in cui inserire l'essere Max. Ma senza troppi arzigogoli: in maniera del tutto naturale. Probabilmente poi è una teoria che regge solo a posteriori - cioè che non faceva parte dell'idea di Leone, e anche qui chissà - ma sono ancora convinto che possa funzionare. Del resto non capisco proprio come l'essere "pane e salame" significhi essere VERI. Anzi, parlare di difficoltà psichiche di Max è molto più VERO del tuo approccio. Forse confondi "vero" col significato che sempre più spesso è attribuito a "verace".
      PS: E' sicuramente vero che Max, Noodles e gli altri entrano in un mondo di malavitosi italo-americani, ma loro sono ebrei e sono cresciuti in un quartiere ebreaico, quindi la spiegazione del machismo del Sud Italia è forse meno forte di quello che si possa pensare.

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    2. Quindi i film dove metà o più della trama avvengono nella mente del protagonista vanno a quel paese? Certo che siete strani e avete pure il coraggio di accusare gli altri di non sapere niente di cinema. Ridicoli. È chiaro che questo film è una allucinazione di Noodles. Leone è stato chiaro ma la gente purtroppo non vede e non vuol vedere

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    3. Grazie Paul, che dai sì ragione al mio articolo ma comunque, per non sbagliare, mi dai anche del ridicolo XD

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    4. Tranquillo, Leone stesso ha concepito il film come un sogno, detto da lui in una delle sue ultime interviste. Il ridicolo non era per te ma per l'anonimo, che evidentemente non conosce così bene come scrive il cinema di Leone

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Certo che per vedere dell omosessualità in Max perché fuori dal carcere gli chiede se ha cambiato gusti ci vuole una certa fantasia..
    Gli chiede scherzando se ha cambiato gusti perché in carcere molti detenuti vengono violentati.. Mi sa che quello omosessuale sei tu. Una stronzata del genere mai letta in vita mia guarda, hai buttato nel wc un grande film e io non ho nulla contro l'omosessualità ma mi sa che avrai tu questa omosessualità latente. Ma perché recensite film se non siete neanche in grado. Bah e vabbe hahahahaha

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    1. Non è una recensione, in realtà, è un'interpretazione, che, per assurdo, può anche non corrispondere affatto alle intenzioni dell'autore. Mi sembra sia tu che non conosci molto bene i modi possibili di approcciarsi criticamente alle opere d'arte. E tra l'altro mi sa anche che qualcosa contro l'omosessualità ce l'hai; almeno a giudicare da quello che scrivi e da come utilizzi "omosessualità latente" come insulto nei miei confronti - io che, tra l'altro, nell'articolo non ho mai detto di essere eterosessuale. Inoltre un'interpretazione non strettamente eteronormativa ti porta a dire che "ho buttato nel wc un grande film". Be', accidenti, caro Unknown

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