Il Manoscritto Voynich
Oggi su Psicologia e Scrittura si parlerà del Manoscritto Voynich. Il testo prende il nome dal suo scopritore ed è redatto
in una lingua sconosciuta. Ha ispirato, tra le altre cose, quel
Codex Seraphinianus di cui abbiamo discusso un po' di tempo fa.
Già impenetrabile all'acume del famoso Athanasius Kircher, il Manoscritto Voynich rimane a oggi intradotto. Strano, a pensarci, perché Kircher aveva fatto proprio un bel lavoro sui geroglifici egizi,
ed era riuscito a sbagliare praticamente tutto quello che c'era da
sbagliare... credeva che a ogni geroglifico corrispondessero uno o più
significati simbolici. L'egizio sarebbe stato quindi una scrittura ideativa,
nel senso che si estrapolava l'idea dall'immagine raffigurata; che non è poi
una stronzata totale, stando alla lezione di Crombette o alla probabile derivazione originale, ma che ignora il fatto che i caratteri veicolano
anche e soprattutto un suono fonetico. E quindi da un cartiglio con un nome qualunque
il vecchio Kircher ti tirava fuori un testo narrativo di una pagina e mezza.
Goodbye Champollion |
Il Manoscritto Voynich è stato arbitrariamente diviso in alcune
sezioni, sulla base delle illustrazioni che lo compongono: botanica,
astronomica, biologica, varie ed eventuali e farmacologica. In un punto della
sezione botanica, agli studiosi è parso di riconoscere l'immagine di un
girasole, fiore yankee che quindi non poteva essere conosciuto in Europa prima
del 1492.
Alcuni studiosi hanno addirittura ipotizzato che il Manoscritto fosse un manuale per le cure idroterapiche. Infatti è di facile consultazione |
Ma alla fine pare fosse solo uno scarabocchio. La datazione al radiocarbon(ch)io retrodata la stesura
del Manoscritto di almeno sessant'anni - eliminando così l'ipotesi più
accattivante, che lo voleva scritto per mano di quel trombone di John Dee, lo 007 più ingenuo della storia, che
ha passato la vita a farsi truffare dal suo amico Edward Kelly, ma che comunque è riuscito a
ingannare e spiare quell'altro gran trombone di Rodolfo II.
Che rispunta fuori un'altra volta nella nostra storia, perché uno dei possibili autori del
Manoscritto è Jacobus Horcicki, proprio un alchimista
ospite alla sua corte.
Una gara di furbizia, proprio |
Com'è come non è, a oggi nessuno è ancora riuscito a tradurre il
Manoscritto Voynich. Per questo è stato soprannominato "il libro più misterioso del mondo". Persino programmi computerizzati incaricati di trovare dei pattern nella
lingua e nei caratteri hanno fallito.
Forse perché è intraducibile.
Non lo dico romanticamente: l'ipotesi di un falso sembra farsi di giorno in giorno più plausibile. Non falso nel
senso di moderno, beninteso, ma nel senso di truffa d'epoca, forse ai danni di Rodolfo II.
Fatto decisivo a sostegno di questa ipotesi è che nel manoscritto non ci siano correzioni. Il che è, naturalmente, impossibile. Sia che la lingua del
Manoscritto fosse davvero un codice, sia che fosse un linguaggio artificiale
come quello di John Wilkins, la difficoltà
di scrivere un testo in un idioma non familiare si sarebbe tradotta in
una serie di strafalcioni che guarda, neanche a parlarne. Immaginatevi poi gli
antichi copisti, coi loro pennini, la loro sabbia e le loro boccette di galla
di quercia, e tutti i loro refusi, i loro tentennamenti, le eventuali rigacce,
che sono meno infrequenti di quanto ci piaccia pensare, e le loro riscritture. Di
tutto questo neanche l'ombra: la scrittura (fluidissima) è sempre senza
intoppi, come se si fosse sentita la necessità di concludere in fretta un
lavoro di fantasia. Non si poteva correggere, cioè, perché non c'era un canone
linguistico con cui correggere, e neppure qualche messaggio da comunicare.
Guardate qui! La mia ipotesi è che l'abbia scritto Satana |
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