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Visualizzazione dei post da novembre, 2015

Breve storia del perché vorreste fare psicologia

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A settembre i cancelli di Isengard si aprono, e risalendo dalle buie caverne sotto Orthanc   sfilano, fianco a fianco con montanari barbuti e viscidi Orchetti, migliaia di mostruosi Uruk-Hai. Appartengono a una razza nuova, nata sotto l'egida della Mano Bianca, maligna come un Orchetto e resistente come un Uomo, e desiderosa di portare la distruzione nel mondo degli Uomini. Come? Nel modo più facile. Dirigendosi alle segreterie delle università di tutta Italia per iscriversi a Psicologia. MI PARLI DEL RAPPORTO CON SUA MADREEH! Forse gli Uruk-Hai vogliono aiutare il prossimo. Si sentono guaritori feriti, tanti piccoli Chirone, o hanno il complesso del salvatore, e insomma credono di potercela fare. Credono di poter rendere il mondo un posto migliore. Chirone ha fatto più danni che guadagni Nulla di male, per loro, se prima dei trenta arrivano a patti con la realtà, e capiscono che cara grazia a dare a qualcuno una mano a tirare avanti, altro che

Il Manoscritto Voynich

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Oggi su Psicologia e Scrittura si parlerà del Manoscritto Voynich . Il testo prende il nome dal suo scopritore ed è redatto in una lingua sconosciuta. Ha ispirato, tra le altre cose, quel Codex Seraphinianus di cui abbiamo discusso un po' di tempo fa. Già impenetrabile all'acume del famoso  Athanasius Kircher , il Manoscritto Voynich rimane a oggi intradotto. Strano, a pensarci, perché Kircher aveva fatto proprio un bel lavoro sui geroglifici egizi, ed era riuscito a sbagliare praticamente tutto quello che c'era da sbagliare... credeva che a ogni geroglifico corrispondessero uno o più significati simbolici. L'egizio sarebbe stato quindi una scrittura ideativa, nel senso che si estrapolava l'idea dall'immagine raffigurata; che non è poi una stronzata totale, stando alla lezione di Crombette  o alla probabile derivazione originale, ma che ignora il fatto che i caratteri veicolano anche e soprattutto un suono fonetico. E quindi da un cartiglio con un nome qu

Ottantasette e non sentirli: auguri a Topolino

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La settimana scorsa  Topolino  ha compiuto i suoi 87 anni. Un numero poco felice da festeggiare, io comunque dopo i 25 avrei smesso, ma è uscita lo stesso la storia commemorativa. Si capisce che ha visto 87 primavere perché porta i pantaloni ascellari tipo Fantozzi Topolino 3130 ospita la bellissima storia in due parti dall'accattivante titolo Tutto Questo Accadrà Ieri (beccatevi il video , miei ignoramus), forse la più bella sul Topo che io abbia letto dai tempi de L'Inferno di Topolino . Per dire. Tanto bella che ci ho dovuto anche scrivere un articolo. In questa avventura Topolino affronta un viaggio nel tempo (a bordo del marchingegno temporale di Zapotec   e Marlin  - sì, ci fanno un rapido cameo anche loro) e incontra il se stesso delle origini. Una scusa per presentarci Topolino all'alba della sua vita editoriale, nel lontano 193..., e farci venire le lacrimucce? Sì, ma anche altro. La storia infatti, a leggerla, non risulta solo un pretesto p

"Cosa fai?" "Lo psicologo." "Sì, ok, ma di mestiere?"

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Questo post è per voi, o giovan(n)i ignoramus che state pensando di iscrivervi alla Facoltà di Psicologia. Per darvi un'idea della situazione che c'è là fuori, finché siete in tempo. Qualche giovedì fa, alla mia ex Università, si è celebrato l'empia Giornata della Carriera, con tanto di pentacoli disegnati col sangue in Aula Magna, candele di cera umana e sacrifici ad As-un-Zyon, il Grande Antico preposto al lavoro interinale. OOOOOOOH! La Giornata della Carriera (o Career Day) è quella cosa che, se avete studiato psicologia, avrete di certo evitato una volta o l'altra. Ma a questo punto, arrivati alla fine dei vostri cinque anni, a metà del vostro tirocinio post-lauream obbligatorio e guai a non farlo, forse vi vien pure la voglia di dare un'occhiata, stamparvi una ventina di curriculum e lasciarli qui e là, si sa mai. In fondo prima o poi dovrete lavorare anche voi. Scoprirete però - ma ve lo dico io adesso, così facciamo prima - che non è mica ver

Svelato il segreto per diventare grandi scrittori

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Questo articolo completa l'altro uscito sul blog qualche settimana fa, che potete trovare a questo link . Lì avevo discusso, in linea generale, i motivi per cui al pubblico italiano la Fantasy/Sci-Fi non piace, e quelli per cui invece le dovrebbe piacere. L'argomento mi sta a cuore perché lo reputo un genere particolarmente bello, se scritto al meglio. Un genere che può parlare della natura umana meglio di qualunque altro. E invece lo si vede quotidianamente insozzato, e non solo da critici di belle speranze, ma anche dai suoi stessi scrittori: scrittori che dire mediocri è tanto, e che dovrebbero fare un passo indietro, riconoscere i propri limiti, e cercare di migliorarsi prima di pubblicare. "Mi fischiano le orecchie" Non è vergognoso non essere degli scrittori, al giorno d'oggi, anche se tutti sembrano convinti del contrario. È vergognoso pubblicare opere al di sotto di un livello minimo di decenza. Questo articolo è indirizzato a tutti queg

Froutterismo e tram-tram quotidiano

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Quando dico alla gente che il froutterismo   è una parafilia , cioè quella che un tempo veniva chiamata perversione sessuale, c'è sempre qualche simpaticone che mi chiede se si tratta di feticismo per la frutta. Well played, gente No. Il froutterismo è quella particolare parafilia di chi ottiene piacere sessuale strusciandosi addosso a degli sconosciuti. Come tutte le parafilie, tratti di froutterismo sono presenti in ognuno di noi. In chiunque abbia una vita sessuale normosviluppata, cioè. Una pratica non-penetrativa, che si chiama per l'appunto frottage , di cui nessuno si stupisce, a sentirne parlare, riguarda proprio lo strofinare una zona erogena  sul corpo del partner. Anche vestiti, la sensazione è piacevole, e spesso, nel caso di soggetti maschi, viene seguita da un orgasmo. Quindi, posto il frottage, cosa rende la pratica del froutterismo patologica? Come tutte le parafilie, è essenzialmente il carattere pervasivo e monopolizzante d

La Sentinella e la space-opera

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Il racconto La Sentinella, di Brown , di cui abbiamo parlato  qui , è del 1954. Quel post ha reso necessario questo, perché per capire La Sentinella bisogna prima capire il clima letterario di quegli anni.  Eh sì, perché il clima da   space-opera   degli anni '30 e '40, che di solito viene in mente ai nostri genitori quando parliamo di fantascienza, coi suoi scienziati-guerrieri biondi e salvifici e i suoi crudeli uomini tentacoluti da Andromeda, ce lo eravamo già tolto di torno da un po'. Certo, c'è chi ancora scrive   space-opera   pura, ma (spero) ben consapevole di star scrivendo robaccia da vendersi ai peggiori giornali pulp. Wonder Stories, rivista pulp piena del nonno del nostro fantasciEnzo Nel 1950   Ray Bradbury  pubblica le sue   Cronache Marziane , e nel 1951   Philip José Farmer   Gli Amanti di Siddo . Sono due esempi significativi di un approccio finalmente maturo alla fantascienza. Farmer parla d'amore e di sessualità e d'incont

La Sentinella e il Signor Brown

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Scommetto che il vostro più vecchio amarcord del genere fantastico riguarda il racconto  La Sentinella   di Fredric Brown , contenuto com'è in più o meno tutte le antologie scolastiche pubblicate fin dalla nascita della Repubblica.. Oggi si parla di questo, alta risoluzione o meno (Nelle antologie per le scuole superiori non c'è, beninteso, ché in fondo solo ai bambini più piccoli è consentito provare piacere nella lettura. A proposito, passami quel cilicio che devo aprire  Cervantes  e non vorrei esserne contento.)  Il testo del racconto di Brown, in sé, occuperebbe circa una facciata A4. È, sotto molti aspetti (si legga quasi tutti), un racconto modesto. Vi è descritta una sola azione, e giusto alla fine, per contratto. Il resto è un riepilogo delle vicende di una guerra spaziale; non dettagliato, come potrebbe buttar giù uno scrittore ansioso; ma veloce, riassuntivo, per temi, proprio come quello che potrebbe raccontarsi un soldato durante un turno di guard

L'anoressia... inversa!

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Il mio libro di Psicopatologia la chiamava Anoressia Inversa, Wikipedia la chiama Anoressia Riversa , e io la chiamo Sindrome da Big Jim ™. Altri nomi  di questa patologia sono bigoressia, vigoressia, Sindrome di Adone e dismorfia muscolare. Si tratta di un disturbo dell'alimentazione, simile in questo alle più famose anoressia nervosa   e bulimia , ma... "al contrario". Colpisce soprattutto i maschi, che si vedono eccessivamente magri, esili, "secchi" nonostante siano normopeso o addirittura visibilmente muscolosi. Sono così... ... ma si vedono così La sua eziologia non è quasi mai indagata a fondo in ambito universitario, come invece si fa con quella di disturbi più famosi. Ad esempio, non sono riuscito a capire con certezza se sia causata da una difficoltà a mentalizzare  - cioè, per farla breve, a far proprio nel pensiero - il proprio corpo maturo, come alcuni studiosi hanno suggerito sia per l'anoressia. So però che della sua

Il Museo delle Cose Belle (WOW Spazio Fumetto)

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La prima vignetta Qualche giorno fa sono finalmente riuscito ad andare, accompagnato da una mia amica che, per motivi di privacy, chiameremo solo Lady Oscar Jooleeah, a vedere il Museo del Fumetto di Milano ( WOW Spazio Fumetto , se questo è il suo vero nome). Attualmente l'edificio ospita due belle mostre: una sul Dante   visto attraverso l'occhio dei fumetti, e una sui Peanuts , in occasione dell'uscita del loro film   al cinema. La galleria fotografica che ha immortalato la nostra visita è stata realizzata da Lady Jooleeah Entriamo nello Spazioh e finiamo direttamente nella Biblioteca del Fumettoh, che tanto volevo visitare. Qui una panoramica: Cap e Supes proteggono i fumetti di tutto il mondo Pochi volumi, rispetto a quelli che mi ero aspettato, e credo nulla o quasi di critica, ma un colpo d'occhio che lascia. Come una grossa fumetteria. Con statue a grandezza naturale di Superman , Capitan America , l' Uomo Tigre ,