Uno sguardo al Codex Seraphinianus

Il primo libro che recensiremo, qui sul blog di Psicologia e Scrittura, è il Codex Seraphinianus. Per iniziare bene.
Excellent choice, man

Però definire il Codex un libro è limitativo. Come, per capirci, definire un essere umano un corpo che mangia, defeca, si riproduce. La verità è che il Codex è sì impaginato come un libro, ha sì una copertina come un libro, ed è sì stampato e distribuito da una normale Casa Editrice - proprio come un libro -, ma in realtà è meno un libro che un'opera d'arte figurativa. Trecentosessanta e dico trecentosessanta tavole di genialità.
Cercatelo in libreria, sollevate i suoi centoventi chili di peso e apritelo a una pagina qualsiasi: è incomprensibile. I segni grafici di cui è zeppo danno anche l'idea di una scrittura, a volte corsiva e a volte in stampatello, e le immagini sembrano anche possedere un intento didascalico; ma è del tutto inintelligibile. Sfogliatelo (vi sfido a farlo! Dico, proprio da un punto di vista meccanico) e vi troverete davanti a disegni confusi, che sembra siano lì lì per dirvi qualcosa, e che si alternano a pagine che paiono fatte solo d'elenchi, o di schemi, o di chissà che altro. E poi ancora tutto un arrovellarsi di forme e d'incisioni e di marchingegni che è un piacere a vedersi, e a cercare di decifrarli, magari anche con gli amici; e fitte spiegazioni, e disegni di metamorfosi, e giochi, e fabbriche, e città, e universi. Adesso compratelo (fortunatamente costa poco meno di un rene), e ricordate sempre che non state comprando un libro ma una galleria d'arte.




Se non è un capolavoro questo, vi prego di smetterla di seguire questo blog
[cliccate sulle immagini per ingrandirle]

Un po' di storia, ora. Ispirato dal Manoscritto Voynich e dai lavori di Jorge Luis Borges (in particolare dal racconto Tlön, Uqbar, Orbis Tertius contenuto nella raccolta Finzioni), il giovane architetto Luigi Serafini, un giorno qualunque degli anni '70, decide di provare a scrivere, così di botto, senza una spiegazione razionale, un'enciclopedia che non c'è. Inizia allora con qualche tavola, poi si chiude letteralmente in casa per due anni consecutivi e, più di mille disegni dopo, sforna un capolavoro. Possiamo immaginare (nel libriccino in allegato al Codex non se ne parla) che esca solo per lavorare e per fare la spesa. Agli amici che gli chiedono di andare al cinema, o magari a bersi una birra, risponde con un cortese ma fermo "No, devo scrivere un'enciclopedia".
Quello che ha stupito tutti è che lo ha fatto per davvero, nel tempo che la maggior parte delle persone impiega a scrivere una tesi di dottorato; e realizzando al contempo l'ideale d'artista di tutti noi, cioè riuscire a evitare per due anni consecutivi ogni possibile contatto sociale.

Luigi Serafini. Genio per svariati motivi

Il prezzo del Codex è alto: piena, l'ultima edizione son cento euro - che con qualche magheggio, vuoi l'internet vuoi le varie tessere che un Vero Bibliofilo colleziona nell'arco della propria vita, si possono far scendere anche a ottanta. Ma è comunque un acquisto che vi consiglio: ne vale la pena, averlo in casa e poterlo sfogliare tutte le volte che se ne sente la voglia. Dico la verità.

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